In libreria da qualche settimana per Quodlibet il libro fotografico “Bari non è una città italiana”. Una narrazione per immagini di Luciana Galli, fotografa che da oltre cinquant’anni rilegge lo spazio urbano della sua città, Bari, alterandone il punto di osservazione e la coscienza critica,
scrutandone le commistioni architettoniche, le trasformazioni antropologiche, la metamorfosi del linguaggio metropolitano e la relazione con il paesaggio mediterraneo. Con ironia e un po’ di sano cinismo, la fotografa guarda e riprende l’immaginario cittadino dal centro fino alla periferia, in una maniera mai convenzionale con lo scopo di evidenziare le identità e le specificità del luogo e della sua gente.
A cura di Roberto Lacarbonara, con uno scritto di Giorgio Vasta, il libro si presenta in duplice formato: cartonato stampato, con illustrazioni a colori ed in E-book.
Un testo sicuramente destinato a far discutere sull’identità della città, tant’è che sorge spontanea la domanda, ma cos’è Bari?
“Un album di aria e di acqua, una teoria di azzurri, di blu, di celesti, una fabbrica di luce. Un censimento di che cosa può essere il mare […]”.
Luciana Galli è nata nel 1942, e dopo essersi formata con studi giuridici abbraccia il mondo della fotografia. Numerose le mostre personali e collettive nelle quali ha sviluppato i generi del reportage, della fotografia industriale senza tralasciare l’ambiente e il costume.
Diverse le sue esperienze nel campo della comunicazione e del linguaggio visivo applicate alle tematiche della fotografia di architettura, del restauro di opere d’arte e del paesaggio urbano ed extraurbano.
Collaboratrice di Repubblica, nel 2019 la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia e Basilicata pone un vincolo al suo archivio fotografico, dichiarandolo “di interesse storico particolarmente importante”.
// Sito ufficiale Luciana Galli
// Articolo di Diego Pizi