Iniziato il 4 luglio, durerà fino al 26 settembre, come sapranno tutti gli appassionati, les Rencontres d’Arles / gli incontri di Arles, in Francia, diventano il polo mondiale della fotografia. Quest’anno ci sono in programma varie mostre focalizzate sul continente africano, in una significativa varietà di format e argomenti.
Progetti documentaristici e politici; progetti sulle megalopoli africane; progetti che celebrano la creatività nera e l’ibridazione tra arte, moda e cultura nella costruzione di un’immagine. Infine ma non perché meno importante anche una collettiva con i lavori multimediali realizzati in collaborazione tra Enrique Ramírez, (artista poliedrico che unisce insieme fotografia, video, installazioni e narrazioni poetiche) e un team di studenti, insegnanti e tecnici della Scuola nazionale di fotografia di Arles, che affrontano il tema delle migrazioni e dei confinamenti, un discorso che non riguarda in maniera esclusiva l’Africa, ma risulta prepotentemente legato al periodo storico che vive.
Segnali vigorosi, di una fotografia che con attori principali e contenuti, sta uscendo sempre più forte e sicura di sé, là dove prima era terra di pochi.
Tra questi lavori una particolare menzione per Thawra! Révolution! Un racconto sulla rivoluzione sudanese attraverso l’obiettivo di otto giovani fotografi sudanesi scesi in strada, a fianco dei manifestanti a partire dalla fine del 2018. Una presa di posizione, nonostante il rischio di essere arrestati e torturati dalla polizia politica del regime, dopo trent’anni di dittatura religiosa e militare e guerra civile.
Altro importante e significativo progetto fra i tanti, è Sibadala Sibancane di Lebogang Tlhako, un’artista emergente sudafricana. – Sibadala Sibancane / Siamo vecchi Siamo giovani – è incentrato sul rapporto tra l’artista e sua madre; l’intera serie ricorda i giorni in cui era consuetudine per le donne della classe media tenere un album fotografico. L’utilizzo poi di una tecnica documentaristica diacronica, come il collage, riesce a restituire visivamente quella nostalgia di sentimenti vissuti e sovrapposti.
// Articolo di Diego Pizi