Palazzo Reale Milano, dal 22 Settembre 2022 al 29 Gennaio 2023, questo l’appuntamento che vedrà protagonista uno dei maestri della fotografia del novecento, Richard Avedon (1923-2004).
I suoi 60 anni di carriera artistica raccontati con 106 immagini, tra moda e ritratti a personaggi famosi, impossibile non citare tra questi i Beatles, Bob Dylan o ancora Sofia Loren e Michelangelo Antonioni per citarne alcuni dal mondo italiano.
“Il lavoro di Avedon per me è sempre stato su questa linea sottile tra moda e alta arte” così Donna De Salvo, vicedirettrice del Whitney Museum of American Art di New York, ha voluto definire il fotografo americano.
Gli scatti, a cura di Rebecca Senf provenienti dal Center for Creative Photography (CCP) di Tucson (USA) e dalla Richard Avedon Foundation (USA), saranno suddivisi in 10 sezioni, tra cui una dedicata alla sua collaborazione con Versace, che rappresenta inoltre un main partner dell’esposizione insieme a Vogue Italia.
Sarà lo stesso Avedon a stringere un forte sodalizio con Gianni Versace nella primavera del 1980 continuando fino all’estate del 1998 con la prima collezione firmata Donatella Versace.
Stephanie Seymour e Marcus by Richard Avedon per Gianni Versace, collezione Autunno 1993
Raffinatezza ed eleganza, queste le parole chiave del fotografare di Avedon, sempre attento anche all’aspetto compositivo, costruendosi così un personalissimo stile, riscontrabile in una foti del 1981 utilizzata anche come immagine guida della mostra: la foto a Nastassja Kinski,(“Nastassja Kinski and the Serpent”, Los Angeles, California, 1981).
Caratteristico di questa foto è la vicinanza del soggetto che tende a riempire l’inquadratura e uno sfondo a tinta unita, un classico nello scattare di Avedon, bianco, che elimina eventuali distrazioni.
In mostra anche quella che è stata l’evoluzione artistica del genio, passando da foto più semplici e incentrate sulla mera rappresentazione del capo indossato dalla modella, a una fase di esaltazione di quest’ultima, donando ai suoi soggetti più dinamicità, questo grazie anche al forte rapporto e relazione che si creava tra ritratto e ritraente, da qui il nome della mostra:“Relationships” (relazioni).
Presenti a Palazzo Reale anche le foto alle cicatrici di Andy Wahrol subite da un’attentato scampato, scatti sintomatici dell’intimità che non solo riusciva a costruire tra ritratto ed osservatore tramite le sue foto, ma anche tra se stesso e il soggetto.
//Articolo di Fausto Fiore