FRANCESCO MOSCA “LETTO” da Rinaldo ALVISI
E’ facile scrivere di Francesco Mosca Fotografo. Perché Francesco incarna il significato profondo della fotografia nel quale io credo da sempre. Francesco Mosca è l’Anima Aristocratica della Fotografia. Si sappia che per me le Anime Aristocratiche sono le Anime Colte, nel senso espresso da Stefan Zweig, uno dei più grandi scrittori, se non il più grande, del suo tempo. Per convincersi della esattezza e della verità della mia affermazione è sufficiente ritornare alle origini fotografiche di Francesco, il quale nasce dall’impulso vitale del suo Professore di Storia dell’Arte. Per essere fotografi è necessario conoscere. La Storia dell’Arte. Gli Artisti. I pittori. I fotografi. I romanzi. La musica. Solo se si conoscono più vite – è questa la cultura vera – è possibile far conoscere a noi la vita ripresa attraverso il mezzo fotografico. La vita che si fissa in un istante sul fotogramma deve necessariamente corrispondere a una della vite che si conoscono, affinché sia suscitato l’interesse del “reporter”, prima, e di coloro i quali osserveranno le immagini, dopo. E’ necessario conoscere le regole. Le regole, per uno spirito libero, quale solo un fotografo sa essere e può essere, sono fatte per essere violate. Ma come si possono violare le regole, se prima non si sono studiate, apprezzate nella loro consistenza culturale ed efficacia risolutiva ? E poi, si sappia, le regole devono essere infrante perché si crei una apertura, un nuovo ingresso. Alla nuova regola. La regola dettata dal fotografo. Ed è ovvio, assolutamente pacifico che per dettare nuove regole bisogna conoscere. Regole a altro. E altri. L’immagine fotografica che mi sottopone Francesco racchiude in sé tutti i miei precedenti appunti. Attraversiamola insieme ! Non è una fotografia che esprime punti surreali. Nel surreale risiede l’inconscio. E in questa fotografia, invece, vi è grande consapevolezza ed è strutturato un percorso metafisico in senso proprio. Francesco va alla ricerca degli aspetti nascosti dalla realtà apparente di tutti i giorni. Alla ricerca degli elementi autentici della realtà secondo una prospettiva universale, poco conosciuta, ma riconosciuta laddove sia scoperta. La figura del “Pinocchio” è eloquente in tal senso. Ma non voglio scoprire tutte le carte. Voglio lasciare a tutti il piacere di scavare e tirar fuori il frutto della propria capacità di cogliere. Mi limito a dire che l’angolo prospettico di Francesco gode di una certa peculiarità, in quanto nella sua fotografia vi è il suo stesso riflesso. Il riflesso Di Francesco Mosca Fotografo. E non solo Fotografo. Ma anche quella è una realtà tutta da scoprire. Scopriamola, allora! E non facciamoci intimorire dalla corporatura imponente di Francesco. E’ necessaria, quella corporatura imponente, per contenere un’Anima imponente. L’Anima Aristocratica della Fotografia.
Rinaldo Alvisi