Intro
Abbiamo fatto una chiacchierata con Cristiano Ostinelli, anche lui relatore ad Orvieto. Cristiano è un fotografo matrimonialista, porta bandiera dello stile italiano all’estero. Viaggiatore instancabile professionista girovago con un solo fine: immortalare il giorno più bello degli sposi di tutto il mondo!
Cristiano è anche fotoreporter, lo è stato in India, con un progetto pubblicato su 40 riviste internazionali.
Lei è un wedding photographer Doc. Lavora tanto all’estero ma anche con gli stranieri che decidono di sposarsi in Italia. Come è riuscito a farsi spazio in questo mercato, molto ambito dalla maggior parte dei suoi colleghi?
Sicuramente, per un fotografo che vive a Como diventa abbastanza semplice intercettare le coppie straniere che scelgono il Bel Paese come location per il loro giorno più bello. A questo bisogna sommare una precisa scelta imprenditoriale, una strategia di comunicazione e marketing che, ad esempio, mi garantisce una buona visibilità sui motori di ricerca. Fondamentale quando si tratta di andare fuori confine a fare il mio lavoro.
Cosa offre con i suoi servizi fotografici in più rispetto ai suoi colleghi?
Non so se offro qualcosa in più rispetto ai miei colleghi. Ciò che posso dire è che io ho uno stile netto ed evidente, forte e non scontato. Per me, da uomo, il matrimonio è sana follia più che romanticismo. E gli sposi che mi scelgono, dopo aver visto i miei lavori sul mio sito, sicuramente condividono con me questo approccio diverso per quella giornata di festa. Le mie fotografie provano sempre ad esprimere nel miglior modo possibile questo stato di gioia e divertimento generalizzato…cosa che, senza dubbio, riscontro sempre nelle coppie straniere, più raramente nelle coppie nostrane, ancora troppo legate alle tradizioni.
Cosa vogliono gli sposi stranieri da un fotografo Made in Italy?
Le coppie straniere, quando scelgono il fotografo italiano, lo fanno perchè io credo davvero che siamo tra i migliori di tutto il mondo. Il Made in Italy è un marchio di qualità anche in questo settore. L’unica cosa a nostro sfavore è che non siamo capaci di venderci nel modo giusto: se un americano va in Russia a fare un matrimonio chiede un cachet molto più alto di quello che siamo capaci di chiedere noialtri.
La richiesta più strana che le è stata fatta? E come l’ha gestita?
Non so se in questo periodo è di moda la foto osè, ma ultimamente mi sono capitate tre spose di fila che mi hanno fatto questa richiesta. Una addirittura completamente nuda, le altre due in guepiere e lingerie. Dopo l’imbarazzo iniziale, mio e delle spose, mi sono ritrovato a fare fotografie di cui ne vado fiero; guardando i risultati mi sono scoperto matrimonialista e fotografo di moda allo stesso tempo! Ecco, non fossilizzarmi sui soliti scatti, sulle solite pose e sugli stessi ambienti, sicuri e conosciuti, mi ha permesso di confrontarmi anche con un altro modo di fare matrimoni.
Il matrimonio per lei è ormai routine o ancora riesce ad appassionarsi?
Appunto, come le stavo dicendo, i miei matrimoni non potranno mai diventare mera routine. Lo scorso anno sono stato in India, Florida, Cambogia, Dubai…ma a prescindere dai Paesi in cui mi ritrovo, e dalle caratteristiche peculiari di ognuno di essi, è la mia ricerca continua di incrementare la bellezza nei miei scatti che mi porta a fare qualcosa di diverso e originale ogni volta…senza mai dimenticare lo stile dei protagonisti.
Che consiglio si sentirebbe di dare ai matrimonialisti che hanno perso il ‘sacro fuoco artistico’?
La scorsa settimana ho tenuto un workshop a Salerno, e la prima domanda a cui ho dovuto rispondere è stata come riuscissi a soddisfare le richieste stantie degli sposi e al tempo stesso offrire un prodotto originale e non scontato. Le richieste degli sposi più tradizionalisti possono comunque essere soddisfatte se, il fotografo, si ingegna in tempo reale a personalizzare le stesse in base al proprio stile…fermo restando che abbia uno stile!
C’è una richiesta che tutti gli sposi del mondo, a prescindere dalla loro nazionalità, fanno?
Sono gli sposi italiani quelli dalle mille richieste e quelli più scettici. Gli stranieri, nel momento in cui vedono i miei matrimoni e mi scelgono, si affidano completamente e mi lasciano lavorare in piena libertà.