Il fotografo subacqueo statunitense Emory Kristof, i cui infiniti lavori includono anche le immagini iconiche del Titanic catturate dopo la sua scoperta 38 anni fa, è morto all’età di 80 anni, il 6 febbraio a Northfield, Massachusetts.
Qualche anno fa, proprio in questa rubrica parlammo dell’iceberg che affondò il Titanic in relazione ad una immagine, venuta alla luce dopo più di 100 anni, che mostrava proprio il presunto blocco di ghiaccio. Una foto scattata circa due giorni prima della tragedia dal capitano Wood, del transatlantico SS Etonian.
Intorno al Titanic c’è sempre stato un velo di mistero che spinge molti ad esplorare, a conoscere, e fu proprio Kristof che in maniera inconfutabile riuscì a riportare alla luce le immagini iconiche della nave adagiata sul fondo dell’oceano. Istantanee che lo consacrarono alla storia dell’esplorazione e della fotografia subacquea.
Kristof creò i progetti preliminari del sistema di telecamere elettroniche del mezzo per acque profonde Argo, che individuò il relitto nel 1985. Nel 1991 trascorse più di 50 ore in immersioni subacquee intorno al Titanic, a 4.000 metri di profondità, usando appositi proiettori ed alloggiando all’interno di un sommergibile russo per grandi profondità, il Mir I.
Nato il 19 novembre 1942 a Laurel, nel Maryland, Kristof sviluppò un amore per la scienza, l’ingegneria e la fotografia; si laureò in giornalismo all’Università del Maryland nel 1964 e quell’anno divenne un fotografo dello staff del National Geographic, dove aveva precedentemente lavorato come stagista.
La sua carriera iniziò con un servizio di uno scavo archeologico di manufatti vichinghi a Terranova, ma fece del tutto per inserire avventure sottomarine nel maggior numero possibile dei suoi incarichi. Nel 1977, infatti, prese parte a una spedizione che scoprì le profonde bocche vulcaniche del Galapagos Rift.
Nel 1992 condusse indagini fotografiche del relitto dell’Alabama del 1864 al largo della Francia settentrionale e l’anno successivo si immerse nel San Diego del XVI secolo scoperto in quegli anni nelle Filippine.
Molte delle spedizioni di Kristof furono intraprese con gli esploratori canadesi Joseph MacInnis e Phil Nuytten, inclusa l’esplorazione del Breadalbane, il relitto più conosciuto al nord del mondo. Guidò poi nel 1995 un’iniziativa per recuperare la campana dell’Edmund Fitzgerald, a 160 metri di profondità nel lago Superiore, proprio quest’ultima spedizione portò alle prime immagini di acque profonde con TV ad alta definizione.
Con MacInnis e l’esploratore russo Anatoly Sagalevich, Kristof prese parte a una discesa in immersione di 5 km nel Kings Trough. Infine condusse una spedizione scozzese per indagare sull’esistenza del mostro di Loch Ness. Proprio su questo lavoro affermò in seguito:
– “Penso che quell’incarico abbia portato alla foto più costosa mai realizzata di un’anguilla” –
dp