“Prima devi trovare la location ideale. Poi devi essere paziente ed attendere il soggetto giusto capace di suscitare il tuo interesse, anche semplicemente un gatto per esempio. Devi essere capace di cogliere l’attimo in cui lo spirito, l’essenza e l’anima del soggetto si rivelano […] Se quell’attimo non arriva, devi aspettare la sensazione giusta. È un lavoro creativo, perché quella sensazione la devi avere dentro”.
“Il cinema è il mio lavoro, la fotografia la mia passione! Preferisco la fotografia perché mi lascia più libertà di espressione, non ho la pressione del pubblico e dei botteghini”.
“Mi piaceva concentrare e semplificare il mondo in bianco e nero, era più simile alla mia natura. Potevo esprimere meglio e più liberamente le mie emozioni, potevo tenerle sotto controllo, ed i risultati erano surreali e semi astratti. Mi piaceva quella distanza, non troppo vicino, non troppo lontano […]”
Con queste tre citazioni l’autore manifesta il suo approccio alla fotografia, un modo di fotografare principalmente basato su tre elementi fondamentali: geometrie, luci ed ombre. Sono le stesse ombre che oltre a dare più intensità alle luci, disegnano linee geometriche pregne di contenuto.
Fan Ho oltre ad essere stato regista e attore, è stato un grande fotografo, nato a Shanghai (Cina) l’8 ottobre 1931 e morto a San Jose (California, Stati Uniti) il 19 giugno 2016.
Nel corso della sua carriera Fan Ho ha raccolto oltre 280 premi fotografici ed è stato insignito di diverse onorificenze internazionali; membro della Royal Photographic Society e della Photographic Society of America, tra il 1958 e il 1965 per ben sei volte è stato incluso da quest’ultima nell’elenco dei dieci fotografi più influenti al mondo.
Riconosciuto come il maestro cinese della fotografia di strada, la sua foto più famosa è: Approaching Shadow (1954). Battuta all’asta nel 2015 e venduta per circa 48.000 dollari.
Proprio su questa immagine iconica, l’autore ammette che era una foto in posa, ma soprattutto che deriva da un lavoro di post-produzione in camera oscura.
La ragazza appoggiata alla parete, infatti è sua cugina, e l’ombra triangolare sul lato destro è stata aggiunta nel processo di stampa. Un’immagine creata ad hoc per rappresentare il concetto della giovinezza che poi sarebbe svanita.
A volte nella vita dobbiamo ammettere che tutto è il contrario di tutto e che esistono verità nascoste; eccezioni che confermano regole ma che riescono a raccontare la realtà, meglio della realtà stessa.
// Articolo di Diego Pizi