All’ultimo piano della casa dei nonni di Carlotta Di Lenardo in Friuli, a pochi chilometri da Udine, c’è una stanza piena di libri e tra gli scaffali, nascosta fra i volumi di letteratura e i cataloghi di arte, si trova una porta che conduce a una soffitta segreta. Al suo interno un gigantesco modellino ferroviario a cui Alberto, nonno di Carlotta, pare si sia dedicato tutta la vita. Il treno del nonno era un luogo di meraviglie sia per Carlotta che per suo fratello.
Alberto aveva però anche un’altra grande passione: la fotografia! E quando ancora in vita mostrò alla nipote sedicenne per la prima volta il suo infinito archivio, che conta oltre 10.000 scatti per lo più a colori, realizzati in ogni momento della sua vita.
Queste foto sono rimaste sconosciute finché Carlotta non ha deciso di fare ordine e scegliere quelle che sarebbero finite nel libro “An attic full of trains” pubblicato dalla casa editrice londinese MACK; mentre una selezione più ampia si trova su questo account Instagram.
Ci sono scatti che raccontano l’Italia e altri che mostrano gli Stati Uniti, la Francia, il Brasile, il Marocco e la Grecia. Tutte hanno un che di familiare: sembrano istantanee che tutti noi abbiamo realizzato: l’ingresso di un hotel, uno spicchio di camera d’albergo, una spiaggia vista dall’alto, una piscina. Oppure un cane, due sedie, un fiore, l’interno di un negozio.
Le inquadrature sono contemporanee e possiedono una grazia e una poesia che oggi, a volte, risulta mancante. Forse senza saperlo, Alberto Di Lenardo (1930-2018) ci ha lasciato il suo racconto della vita borghese italiana del secondo ‘900, come un osservatore che amava la spontaneità oltre a punti di vista insoliti.
Dal 5 febbraio all’8 maggio 2022 lo spazio WeGil di Roma, hub culturale della Regione Lazio in zona Trastevere, ospita la prima mostra di Alberto. Il progetto promosso dalla Regione Lazio e realizzato da LAZIOcrea in collaborazione con Creation, è stato curato da Carlotta Di Lenardo, sua nipote, che in circa quattro anni ne ha svelato il talento.
Una mostra che concede al pubblico un ritratto intimo e colorato del lavoro di Alberto Di Lenardo, svolto in oltre sessant’anni di attività; un’opportunità unica per consegnare un nome nuovo alla storia della fotografia.
// Articolo di Diego Pizi