Osservare una foto altrui è il miglior modo per imparare e per migliorare. Non solo i grandi nomi della fotografia, ma analizzare gli scatti di altri fotografi può risultare anche più istruttivo ed appagante rispetto alle foto di un maestro. Questo perché ogni fotografo tenta sempre di mettere qualcosa nei propri scatti, qualcosa che dobbiamo imparare a cogliere. Ricercare, capire, assimilare e poi metabolizzare. Di sicuro l’aspetto tecnico è importante, ma da solo non serve a nulla: una fotografia tecnicamente perfetta non è detto che sia bella, anzi… probabilmente è una fotografia noiosa e potrebbe rappresentare una emozione vuota di reali informazioni. Al contrario, una fotografia tecnicamente sbagliata può essere una delle foto più belle di tutti i tempi. La storia insegna.
Lasciando però da parte l’aspetto prettamente tecnico, si giunge alla parte più complicata, ovvero quella emozionale. Una fotografia genera delle sensazioni nell’osservatore. Sensazioni che sono legate alla propria formazione, al proprio credo e alla propria sensibilità, ovvero variano e non poco, da persona a persona. Nell’era in cui viviamo, osservare una foto sembra la cosa più semplice da fare, ma in realtà non è proprio così. L’intera scena rappresentata in un’immagine non riesce sempre a disvelarsi al primo sguardo, spesso è opportuno allontanarsi e poi guardarla di nuovo per comprenderne il suo vero messaggio. E proprio qui il critico d’arte, pittore e scrittore: John Berger, (John Peter Berger, Londra 1926 – Parigi 2017) ci viene in aiuto. Lui afferma che:
“Leggere ed interpretare il messaggio trasmesso da una fotografia non è affatto semplice, soprattutto a causa della continua sovraesposizione mediatica a cui gli occhi sono costantemente sottoposti nell’era moderna”.
Con la sua vasta produzione di saggi e articoli, Berger ha sicuramente l’indubbio merito di fornire ai suoi lettori gli strumenti per poter osservare un’opera d’arte o una fotografia autonomamente, cercando di configurarne lo spazio e andando a leggerne i dettagli, senza così trascurarne nessun aspetto.
Sempre secondo Berger, guardare e realizzare un’immagine non è solo un atto artistico o poetico, ma al contrario è anche qualcosa di politico, politico inteso come l’arte della scelta. Le persone rischiano di essere condizionate da ciò che li circonda, il contesto politico, sociale o culturale. La libertà dello sguardo è la condizione necessaria per approcciarsi ad una lettura autentica di un’immagine, abbandonando preconcetti e pregiudizi non motivati. Riuscire quindi a costruire uno sguardo autonomo e personale è il modo migliore per poter cogliere tutte le sfumature di una foto.
// Articolo di Diego Pizi