È ben noto che la fotografia e, l’immagine in generale, sono fondamentali per la comunicazione. Le foto aiutano i bambini ad esprimersi più facilmente; le stesse correlate all’ambiente, forniscono tante più opportunità per il dialogo quotidiano, fornendo anche una migliore proprietà di linguaggio.
Dialogare con le immagini, riduce i problemi del comportamento e quindi aiuta meglio a trasmettere pensieri, sentimenti e desideri. Sono decenni, che la fotografia è utilizzata in diverse terapie, fra queste troviamo i disturbi dello spettro autistico. Ma in realtà cosa significa “disturbi dello spettro autistico”? Con queste parole vengono descritte persone che hanno la sintomatologica dell’autismo, quindi difficoltà di comunicare, interpretare ed adattarsi.
Sono diversi i progetti fotografici che riguardano genitori e figli, e fatti conoscere sulle pagine dei social come Facebook o Instagram in cui viene ritratta la vita e le espressioni dei loro bambini nella quotidianità. Si tratta di progetti che in molti casi possono durare per anni e cambiare profondamente la vita della famiglia, che apre questa problematica al mondo ed impara a conoscersi e capirsi meglio l’un l’altro.
La collaborazione fotografica genitore-figlio più celebre è senza dubbio quella del fotografo Timothy Archibald con il figlio Elijah, che hanno creato le meravigliose fotografie del progetto ECHOLILIA.
Questa volta però ci piaceva porre l’accento su un particolare lavoro realizzato negli USA, nella città di Minneapolis nel Minnesota, tra una madre fotografa Kate Miller-Wilson, e suo figlio Eian.
Kate Wilson mostra dedizione e amore per il suo bambino affetto da autismo, una difficoltà che vista con gli occhi amorevoli di una mamma può diventare anche arte e comunicazione. Alcune fotografie sono spontanee, molte altre sono studiate, soprattutto quelle in cui tra il figlio e l’obiettivo c’è una sorta di barriera che aiuta a stabilire un contatto con la macchina fotografica.
Le immagini che camminano sulla linea di confine tra luce e ombra e che possono risultare inquietanti sono quelle di maggior impatto emotivo, perché toccano qualcosa di familiare, di intimo: un’emozione, un ricordo, un desiderio senza nome.
Una cooperazione tra madre e figlio, che esplora interiormente il modo in cui l’autismo influisce sul loro rapporto.
L’approccio di Kate e alcune intuizioni di Eian si combinano bene insieme per offrire una visione realistica della loro vita, tant’è che fotografia dopo fotografia, è nata l’idea di realizzare una pubblicazione con più di 60 scatti sia a colori sia in bianco e nero. Dopo una campagna Kickstarter di grande successo, “Look Me in the Lens”: ora è disponibile per l’acquisto!
// Link Amazon
Per ordini internazionali o se desideri una copia autografata:
https://katenearyphotography.zenfolio.com/p268376775
// Articolo di Diego Pizi