La Casa dei Tre Oci di Venezia presenta l’ampia retrospettiva “Mario De Biasi. Fotografie 1947-2003”, uno dei più grandi fotografi italiani, instancabile narratore del mondo. La rassegna ripercorre la sua intera produzione, dagli inizi riguardanti le collaborazioni con Epoca fino agli ultimi lavori.
La mostra dopo un primo rinvio, il 13 maggio scorso è stata aperta. Curata da Enrica Viganò in collaborazione con l’Archivio Mario De Biasi, e promossa dalla Fondazione di Venezia, rimarrà aperta fino al 9 gennaio 2022.
216 fotografie in totale, metà delle quali inedite, è strutturata per nuclei tematici in dieci sezioni, passando per il racconto dei grandi eventi storici, i viaggi esotici, i ritratti di personaggi potenti e famosi, le scene di vita quotidiana, i volti anonimi, arrivando poi nel concettuale e nell’astratto.
“Un fotoamatore neorealista, il testimone della storia, il ritrattista di celebrità, l’esploratore di mondi vicini e lontani, l’artista visuale, l’interprete di madre natura, il disegnatore compulsivo e creativo. Tutto il suo lavoro è un inno alla vita.” [E. V.]
Tra i tantissimi inediti, la Casa dei Tre Oci espone, per la prima volta, l’intera sequenza della fotografia più celebre e probabilmente più amata di De Biasi: Gli Italiani si voltano, realizzata nel 1954 per il settimanale di fotoromanzi Bolero Film e scelta da Germano Celant come immagine guida della sua mostra al Guggenheim Museum di New York, “The Italian Metamorphosis 1943-1968”. Una splendida Moira Orfei vestita di bianco passeggia per il centro di Milano, attirando lo sguardo di un gruppo di uomini.
Mentre gli anni ’50 costituiscono l’elemento fondante del percorso espositivo, con le immagini dell’Italia devastata dalla guerra; gli scorci memorabili di New York e l’insurrezione ungherese del 1956; al decennio immediatamente successivo risalgono due incredibili servizi, quello in Siberia, con temperature sotto i 65 gradi, e quello tra le lingue di lava dell’Etna in eruzione.
Non mancano però momenti di leggerezza e quotidiana intimità, che sono stati catturati dal fotografo fra le strade di Londra, Parigi, Roma, Vienna, Il Cairo, Teheran, nonché dalla Tailandia al Brasile, da Israele al Nepal.
Accanto alle fotografie sono esposti diversi altri materiali: volumi, i numeri originali della rivista Epoca, alcuni telegrammi, tra i quali quelli di Enzo Biagi e Arnoldo Mondadori, quaderni e due approfondimenti audiovisivi.
// Info: www.treoci.org
// Articolo di Diego Pizi