Inaugurata al Museum of the City of New York dove potrà essere visitata fino al prossimo Aprile 2021. Una mostra che segna un’epoca e che emoziona raccontando una NYC nei mesi più faticosi del 2020: marzo-agosto.
Fotografie e non solo: oggetti, video e opere d’arte che documentano gli impatti del Covid-19 e dell’attivismo, comprese maschere creative fatte a mano e indicatori per il distanziamento sociale; una pentola usata per applaudire ed incoraggiare gli operatori sanitari; e tanto altro ancora.
Più di ventimila, tra fotografie, video, lavori artistici, ed altri materiali inviati alla open-call indetta dal Museum of the City of New York. Grazie ad una giuria poi, sono stati selezionati i lavori e gli oggetti da esporre, tenendo sempre presente l’umanità viva di una New York forte e resiliente.
Tra gli scatti scelti, c’è anche un’immagine della fotografa padovana Francesca Magnani, fotogiornalista attiva a New York da metà anni ’90. La sua foto intitolata: Juneteenth, ritrae una marcia sul ponte di Brooklyn.
La fotografa ricorda che: “Questa fotografia è l’ultima di una serie di quattro foto scattate in un giorno in cui ho incontrato tre proteste. […] La vicinanza e il senso di appartenenza che ho provato durante le manifestazioni è stato un qualcosa di particolare dopo mesi di isolamento fisico ed emotivo. Qui la monumentalità del ponte di Brooklyn aggiunge un aspetto spirituale alla scena e l’immagine che ne risulta, se da un lato rappresenta la storia di una città e di uno stato, dall’altro racconta le mie vicende personali […].
Come già menzionato, oltre alle immagini ci sono esposti anche oggetti che se per qualcuno dicono poco, per altri racchiudono significati indescrivibili e ricordano di situazioni vissute; è il caso di una pentola, – […] questa pentola – dice il donatore – faceva parte di un set che ho ricevuto come regalo di nozze nel 1993. Quando abbiamo iniziato a sentire il saluto delle 19:00 ai nostri lavoratori essenziali, volevo usare qualcosa di forte, qualcosa che esprimesse davvero la mia gratitudine per gli infermieri, i medici e tutti coloro che hanno avuto il coraggio di continuare a lavorare sapendo che stavano affrontando un nemico, un nemico che ha devastato dolorosamente le famiglie, un nemico che nemmeno capivano o sapevano combattere. Ho tirato fuori allora la pentola e con un cucchiaio grande ho iniziato a colpire più forte e meglio che potevo – .
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// Articolo di Diego Pizi