La Fondazione degli Ordini degli Architetti di Milano e la Fondazione Housing Sociale hanno promosso l’open call “Racconti domestici” rivolta ad architetti, artisti, fotografi professionisti e amatori allo scopo di indagare, attraverso la fotografia, le nuove modalità di fissar dimora.
L’intento dell’operazione è quello di raccogliere fotografie che esplorino l’emergere di nuove forme e modalità dell’abitare contemporaneo, riflettendo su come il nostro modo di vivere gli spazi della quotidianità e della prossimità stia mutando in risposta alla trasformazione delle nostre vite dentro e fuori casa.
Una call che si inserisce nel più ampio contesto dell’iniziativa “Cara Casa. Il festival itinerante sull’abitare tra Milano, Genova, Venezia e Bologna”, uno dei progetti vincitori dell’avviso pubblico “Festival Architettura – II edizione” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Le fotografie scelte da una commissione giudicatrice, principalmente composta da architetti, fotografi di architettura ed altro personale di settore, rappresentano esempi di nuovi e alternativi paesaggi domestici derivanti dagli usi non convenzionali e spontanei degli spazi abitativi.
L’ambientazione delle immagini è quella dei luoghi della quotidianità, degli interni della propria casa o delle abitazioni di amici e conoscenti, ritraggono usi creativi, spontanei e inaspettati degli spazi casalinghi.
“Cara Casa. Il festival itinerante sull’abitare tra Milano, Genova, Venezia e Bologna”, che coinvolgerà con le sue attività oltre alle quattro città italiane anche le sedi estere di Parigi e Amsterdam tra aprile e ottobre 2023, ha lo scopo di sostenere, promuovere e valorizzare l’architettura contemporanea italiana attraverso manifestazioni culturali che attivino processi innovativi e partecipati nell’ambito della qualità dell’architettura, dell’urbanistica e della rigenerazione urbana.
Davvero interessanti le immagini pervenute, dove sono rappresentati luoghi in cui lo spazio domestico si fonde con quello di lavoro, spazi metafisici sospesi ed anche ripari di fortuna. Nelle diversità contestuali, culturali e di approccio, comune denominatore è la forza di adattabilità dell’uomo: quella capacità degli individui di far fronte allo stress e alle avversità, di saper resistere e di riorganizzare positivamente la propria vita e le proprie abitudini.
Tutto ciò oltre ad essere una condizione necessaria per la sopravvivenza, rappresenta la chiave di lettura per comprendere meglio l’identità umana ed il senso di appartenenza ad un luogo.
dp