La ricerca fotografica di Stefano Graziani, nato a Bologna nel 1971, è protagonista al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro con il progetto espositivo dal titolo “Mostra fotografica”, ospitato nella Chiesa del Suffragio e nel Loggiato.
La mostra visitabile fino al 13 marzo 2022, include opere dell’artista provenienti da diverse linee di ricerca, e costituisce il terzo capitolo di un ciclo di dialoghi per immagini a cura di Alessandro Dandini de Sylva.
Lo stesso artista spiega che il titolo “Mostra fotografica” non vuole generare alcuna prefigurazione riguardo i contenuti, oltre all’evidenza che si tratti appunto di fotografie. Una progettualità invece che intercetta alcune idee del passato includendole in una serie che apre possibili prospettive per progetti futuri. Specifiche sequenze pensate per gli spazi ove sono esposte.
“La maggioranza delle fotografie non sono mai state mostrate o pubblicate, e non hanno un tema particolare che le unisce, ma tutti sono visibili”.
Il percorso espositivo è introdotto da un telo bianco da oltrepassare, su cui campeggia la scritta gialla Stefano Graziani, si accede così alle due sale.
Nella Chiesa del Suffragio, vediamo le immagini dei libri della collezione privata di Gordon Matta-Clark, conservati al Canadian Centre for Architecture di Montreal, che dialogano con il collegio universitario progettato da Giancarlo De Carlo per l’Università di Urbino. Oppure, la fotografia di un gruppo di Sedie Leggere e Superleggere di Gio Ponti, in un magazzino dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, è accostata a una natura morta con pappagalli e frutta, in uno studio di architettura a Mumbai. E ancora, fuochi d’artificio e nature morte con funghi sono collegate a reperti del Museo Chileno de Arte Precolombino disegnato da Smiljan Radić a Santiago del Cile. Le fotografie di Graziani non solo rivelano luoghi, archivi e raccolte museali a cui solitamente il pubblico non ha accesso, ma li riattivano secondo logiche e prospettive del tutto soggettive.
Nel Loggiato il percorso si fa ancora più articolato. Il telo dell’ingresso prosegue lungo la parete vetrata filtrando la luce e producendo un’atmosfera particolare. L’intervento architettonico, pensato dallo Studio Baukuh proprio per questo ambiente, costruisce il palcoscenico per le opere di Graziani: i ritratti di una serie di atleti (in allenamento al Landskrona Idrottshall in Svezia e realizzato dall’ architetto e designer danese Arne Jacobsen), posizionati a terra su basi in gommapiuma bianca, e sulla parete l’immagine delle conservatrici durante l’allestimento della mostra “Raffaello 1520-1483” e quella dei depositi dei Musei Civici di Pesaro a Palazzo Mosca, fotografati appositamente dall’artista con l’intento di attivare un dialogo aperto con il patrimonio artistico della città.
Ad accompagnare la mostra una nuova pubblicazione dedicata a Stefano Graziani, curata da Alessandro Dandini de Sylva e edita da Quodlibet.
Info: www.fondazionepescheria.it
// Articolo di Diego Pizi