La bellezza della verità è il titolo della prima mostra dedicata a Lisetta Carmi (Genova, 15 febbraio 1924) in un Museo pubblico a Roma, una grande antologica della sua produzione fotografica al Museo di Roma in Trastevere.
Ebrea di origine borghese, Lisetta Carmi dopo aver abbandonato una avviata carriera da pianista, si affaccia a 36 anni all’arte fotografica realizzando i primi reportage nella sua città natale. Subito si rende conto dell’intensità espressiva che il mezzo fotografico poteva darle, esplora il mondo degli anni Sessanta e Settanta che la circondano, e la sua volontà di capire e conoscere le fanno raggiungere anche paesi lontani: Israele, l’America Latina, l’Afghanistan e l’India.
Tutto è condito da un’osservazione della realtà, mai occasionale e straordinariamente empatica.
“Una fotografia non è mai esistita nella mia testa prima dello scatto: io vedo ciò che c’è, vibro con ciò che c’è, amo ciò che c’è, mi emoziono vedendo ciò che c’è.”
La mostra, strutturata su due piani, oltre ad accogliere circa 170 immagini, tra le quali numerose inedite ed una video intervista realizzata dal curatore Giovanni Battista Martini, annovera gli originali di alcuni libri d’artista, da lei stessa realizzati e le sue amate macchine fotografiche originali (Leica e Nikon).
Le opere sono valorizzate da un percorso espositivo scandito in nuclei: il porto di Genova (uno dei più significativi reportage del dopoguerra sul tema del lavoro), la Sicilia, i Travestiti, la metro di Parigi, il cimitero monumentale di Staglieno, la ritrattistica di artisti e personalità della cultura, infine, ma non perché meno importante, il parto di una giovane all’Ospedale Galliera di Genova (1968).
Un lavoro commissionatogli dallo stesso complesso ospedaliero, con immagini forti e dirette, per questo emozionanti e indimenticabili.
Proprio in un suo quaderno è riportato: “Il famoso parto semplice, naturale, senza sangue, esemplare per un nascita felice”.
// Articolo di Diego Pizi