Milano, stazione Porta Garibaldi. Manca ancora tanto per il treno intercity notte che porta a Napoli.
Le ore di attesa sono già state tante da quando ho visto andare via l’ultimo compagno di
quest’avventura Milanese. Una cena alla Feltrinelli nel centro della nuovissima piazza
Gae Aulenti sfogliando Genesis di Salgado. All’uscita, un gruppo di ragazzi dai chiari tratti asiatici,
ma che parlano con un accento Milanese, attirano la mia attenzione. Ballano. Saltano. Volano.
Il palcoscenico è la strada. Gli spettatori però non esistono, perché la gente passa e se guarda lo fa
con disinteresse. Non io. Un lento “corteggiamento” per assicurarmi un cenno di conferma che
posso fare qualche foto. Un inizio inibito ed imbarazzante per ognuno di noi, ma poi a turno tutti
vogliono esibirsi. Per uno spettatore interessato. Disteso a terra gli chiedo di volare. Di volare su di
me. Lo fanno ed io…anch’io, ho volato con loro.
Il lavoro è stato realizzato in piazza Gae Aulenti sabato 28 Febbraio 2016.
Ho notato questo gruppo di ragazzi dai tratti asiatici che ballava nei pressi del Nike Store.
La cosa mi è sembrata subito interessante. Sabato sera. Ragazzi che esprimono, con immensi salti e
acrobazie varie, la loro passione per il ballo. Mi sono stupito oltremodo del fatto che tantissime persone
passavo e non “vedevano” ciò che io ammiravo.
Mi sono avvicinato “in punta di piedi“ cercando di non essere notato in uno slargo nei pressi di una scalinata,
ho settato la macchina e mi sono messo a scattare. Incredibile. Questa cosa li ha caricati tantissimo.
Il primo che aveva già dato dimostrazione della sua maestria, è ripartito con una ruota ed una serie di capriole,
è atterrato e poi di nuovo capriole, ritornando da dov’era partito. Si alza il secondo e inizia con una capriola
sul posto da fermo.
A quel punto mi presento, parlo un po con loro e accade l’assurdo: uno di loro accetta la mia proposta di librare
su di me mentre sono steso in terra. Mi metto supino mentre lui mi guarda con occhi di sfida! Vola…letteralmente!
La t-shirt svolazza e la camicia aperta è il suo mantello!
Dopo le foto, quando tutti sono scesi di nuovo sulla terra, la spiegazione di tutto ciò. Quello è uno spazio
riconquistato da giovani che non possono permettersi una palestra per provare le loro coreografie,
ecco perché sono qui.
Vito Fusco
Biografia
20 Giugno 1980, Positano.
Mi sono avvicinato alla fotografia come terapia.
Inizialmente era semplicemente un gioco, ma molto piacevole e congeniale. Mi sono affezionato
al mezzo e innamorato dell’idea di poter esprimere, di potermi esprimere, di poter eventualmente
lasciare un messaggio.
Il momento chiave è l’incontro con uno dei maestri norvegesi della fotografia: Morten Krogvold e
della sua compagna di vita Tarand. Erano clienti di vecchia data del ristorante dove lavoravo. Per
due settimane Morten ha vestito i panni di “Pablo Neruda” nel film con Massimo Troisi: “il
Postino”.
Due settimane nella quale mi ha preso per mano e mi ha incantato con le sue lezioni sul colore e
sulla forma, parlando di Kandisky, della luce e della composizione.
Da lì a poco ho abbandonato il lavoro al ristorante e mi sono lanciato a pieno nella formazione
seguendo seminari e workshop per dedicarmi alla “scrittura con la luce”.
Nel 2015 ho conseguito il Master in Fotografia allo IED di Milano, sotto la guida di Silvia Lelli.